Non tutti sanno che per la sostituzione degli infissi in caso di lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria è possibile usufruire dell’aliquota Iva ridotta.
Quando abbiamo tra le mani il preventivo delle nostre nuove finestre dobbiamo fare molta attenzione all’aliquota Iva che il serramentista sta applicando. Spesso, per assicurarsi il lavoro, qualche fornitore applica in automatico l’aliquota Iva al 10%: purtroppo, però, non è sempre possibile.
Nello specifico l’Agenzia delle Entrate dice che:
Sulle prestazioni di servizi relativi a interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, realizzati sulle unità immobiliari abitative, è prevista l’Iva ridotta al 10%.
Sui beni, invece, l’aliquota agevolata si applica solo se ceduti nell’ambito del contratto di appalto.
Tuttavia, quando l’appaltatore fornisce beni “di valore significativo”, l’Iva ridotta si applica ai predetti beni soltanto fino a concorrenza del valore della prestazione considerato al netto del valore dei beni stessi.
In pratica, l’aliquota del 10% si applica solo sulla differenza tra il valore complessivo della prestazione e quello dei beni stessi.
Ma cosa vuol dire?
Supponiamo che il costo totale dell’intervento sia di 10.000 euro (A) e che di questi 4.000 euro (B) siano di prestazione lavorativa (manodopera SUL CANTIERE). I restanti 6.000 euro (C), dunque, rappresentano il costo dei beni significativi (e in nostri infissi per lo Stato sono appunto beni significativi).
L’Iva al 10% si applica sulla differenza tra l’importo complessivo dell’intervento e il costo dei beni significativi (A–C = 10.000 – 6.000 = 4.000). Sul valore residuo dei beni (D 2.000 euro) l’Iva si applica nella misura ordinaria del 22%.
Tradotto in numeri:
B = manodopera sul cantiere = 4.000,00 € + 10% Iva = 4.400,00 €
C = valore dei beni significativi = 4.000,00 € + 22% Iva = 4.880,00 €
D = valore residuto dei beni significativi = 2.000,00 + 10% Iva = 2.200,00 €
TOTALE = B + C + D = 11.480,00 €.
Se il nostro fornitore avesse applicato erroneamente solamente l’Iva al 10% il totale sarebbe stato di 1.100,00 €.
In realtà, però, la possibilità di aumentare la quota di Iva al 10% o di eliminare del tutto quella al 22% c’è. Se, infatti, il valore della manodopera sul cantiere (la nostra B) è maggiore del valore dei beni significativi si può applicare solo l’Iva al 10%.
Nella realtà degli infissi, però, questo caso è di rara applicazione.
Spesso quando si sostituiscono gli infissi si procede anche alla sostituzione, per esempio, di avvolgibili, motoriduttori, cassonetti.
La legge di bilancio 2018 fornisce un’interpretazione della norma che prevede l’aliquota Iva agevolata al 10% per i beni significativi, spiegando come individuare correttamente il loro valore quando con l’intervento vengono forniti anche componenti e parti staccate degli stessi beni (si pensi, per esempio, alle tapparelle e ai materiali di consumo utilizzati in fase di montaggio di un infisso).
In particolare, viene precisato che la determinazione del valore va effettuata sulla base dell’autonomia funzionale delle parti staccate rispetto al manufatto principale.
In sostanza, come l’Agenzia delle entrate aveva già spiegato nella circolare n. 12/E del 2016, in presenza di questa autonomia i componenti o le parti staccate non devono essere ricompresi nel valore del bene ma in quello della prestazione (e quindi assoggettati ad aliquota Iva ridotta del 10%).
Al contrario, devono confluire nel valore dei beni significativi e non in quello della prestazione se costituiscono parte integrante del bene, concorrendo alla sua normale funzionalità.
A conti fatti, dunque, potrebbe convenire aggiungere qualche accessorio in più ai nostri infissi per abbattere il costo dell’Iva.
A questo link è possibile scaricare la Guida Ristrutturazioni Edilizie dell’Agenzia delle entrate.